L'onda d'urto della crisi economica sul
panorama italiano non ha certo risparmiato il mondo della formazione: riforme e
decreti succedutisi negli ultimi anni hanno tagliato selvaggiamente sui
finanziamenti e smantellato pezzo a pezzo l'università pubblica e le forme di
welfare studentesco, a partire dalle borse di studio.
Tutto questo ha inciso e incide
profondamente non solo sulle possibilità di accesso all’università (che vengono
progressivamente ridotte, da ultimo anche tramite la nuova ondata di introduzioni
del numero chiuso a corsi di laurea prima ad accesso libero) ma anche sulla
percezione del soggetto studentesco rispetto all’attuale sistema della
formazione.
Di fronte ad un’università ormai in
macerie e privata di qualsiasi funzione di ascensione sociale, che condanna
alla certezza di un futuro fatto di precarietà, quali sono le motivazioni con
cui oggi migliaia di studenti decidono comunque di iscriversi? Quali sono i
rapporti con il sistema della valutazione e della meritocrazia? Quanto la crisi
ha inciso sulle condizioni materiali degli studenti e sulle loro possibilità di
affrontare i costi sempre più alti della vita universitaria?
Ma soprattutto, quali possibilità di
riscatto e spazi di conflitto si aprono in questo scenario?
Sono queste le domande con cui il
collettivo bolognese Hobo ha avviato un lavoro di inchiesta sul soggetto
studentesco per provare a leggere la situazione attuale e individuare possibili
nuove tendenze di lotta che potranno aprirsi nelle facoltà.
Ai microfoni di Parole Ribelli abbiamo
parlato dei risultati di questa inchiesta con Betta del collettivo Hobo: