giovedì 2 giugno 2016

Messico, maestri in piazza contro la Riforma Educativa. Intervista ad A. Cegna

In Messico ormai da alcune settimane prosegue la mobilitazione dei maestri contro la cosiddetta Riforma Educativa varata dal governo di Pena Nieto.

Si tratta di un provvedimento che in realtà ha poco a che fare con l’educazione in sé ma che riguarda piuttosto il mondo del lavoro e le regole contrattuali legati alla sfera educativa. La riforma introduce infatti un nuovo sistema di valutazione in base al quale tutti gli insegnanti devono sostenere un test, identico per ogni grado dell’istruzione, con il quale lo Stato valuta la loro preparazione. Sulla base del risultato verrebbero poi erogati stipendi, orari e contratti differenziati.

Un attacco al sistema della scuola pubblica messicana che sta suscitando dure proteste soprattutto negli stati del sud, dove questo provvedimento avrebbe le conseguenze più gravi in termini di tagli e di esclusione. La mobilitazione è partita infatti già nel mese di dicembre in Chiapas, primo stato ad applicare la riforma, e in queste settimane l’onda lunga della mobilitazione si sta allargando a tutto il Messico.
E’ proprio sul finire della scuola che la maggior parte di questi test dovrebbero infatti svolgersi, ma i maestri e le maestre stanno portando avanti un duro boicottaggio delle prove, affiancato da mobilitazioni di piazza che trovano il consenso e l’appoggio di molti genitori e studenti. Il governo dal canto suo sta minacciando licenziamenti di massa, mentre nelle piazze i cortei incontrano spesso una brutale repressione.

Della protesta contro la Riforma Educativa e del panorama attuale delle lotte sociali in Messico contro il governo di Pena Nieto abbiamo parlato ai microfoni di Parole Ribelli con Andrea Cegna, collaboratore di diverse emittenti radiofoniche che da tempo segue e studia la realtà messicana: