martedì 17 marzo 2015

Piemonte, nuovi tagli alla sanità: quali conseguenze per gli studenti di medicina?

La scorsa settimana la giunta regionale piemontese a guida PD, per voce del suo vicepresidente e assessore al bilancio Aldo Reschigna, ha annunciato una nuova pesantissima ondata di tagli su tutte le voci della spesa pubblica. Di questi una parte consistente investirà il settore della sanità, già pesantemente attaccato per mano della precedente giunta, quella leghista guidata da Roberto Cota. Insomma, in materia di tagli (e imbrogli) Chiamparino sta mostrando una perfetta continuità con i suoi predecessori del Carroccio.
Tra le strutture sanitarie che faranno le spese di questo nuovo piano di ristrutturazione e tagli c'è l'ospedale torinese San Luigi, che verrebbe declassato a secondo livello con la conseguente chiusura di diversi reparti specialistici e del prontosoccorso. Questo non solo avrebbe grosse ricadute negative per un'ampia fetta di abitanti di Torino e dell'immediata periferia, per i quali il San Luigi è praticamente l'unica struttura ospedaliera di zona, ma anche per i tantissimi studenti della facoltà di medicina che in quella stessa struttura studiano e svolgono i tirocini.
Anche se la Regione ha garantito che il polo didattico resterà al San Luigi (anche perché sarebbe materialmente impossibile riassorbire un tale numero di studenti nelle rimanenti strutture di Torino), il declassamento avrà comunque una serie di effetti negativi sugli iscritti alla facoltà di medicina. La chiusura dei reparti specialistici porterà infatti a un progressivo allontanamento dei docenti verso altri poli, causando un impoverimento della qualità e dell'offerta didattica. Le aule di lezione subiranno un ulteriore sovraffollamento (in una situazione già decisamente precaria da questo punto di vista), così come i tirocini, attività fondamentale per gli studenti che nei prossimi anni avranno sempre maggiori difficoltà di accesso e saranno sempre meno seguiti.
La riduzione di fondi e risorse metterà inoltre a repentaglio la ricerca.
Delle conseguenze del declassamento a livello universitario abbiamo discusso ai microfoni di Parole Ribelli con Daniele, studente di medicina all'Università di Torino: