martedì 10 febbraio 2015

#18F: Renzi, Torino non ti vuole!

Mercoledì 18 febbraio si terrà l’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Torino. Questa giornata, avulsa completamente dal contesto universitario, si riconferma passerella per politici ed imprenditori, responsabili dell’indebitamento ed impoverimento della nostra città e Regione.
Quest’anno addirittura tra gli ospiti d’onore sembra essere confermata la partecipazione del presidente del consiglio Matteo Renzi, che da mesi evita di presentarsi in pubblico, laddove ci sia aria di contestazione.

Non è quindi casuale la scelta del Politecnico come luogo di incontro tra personaggi del calibro di Fassino, Profumo (ex ministro dell’istruzione ed ex rettore del Politecnico stesso), Marchionne e il già citato Renzi. Il Politecnico da anni è infatti emblema del nuovo modello di università-azienda, in quanto precursore di quel processo di finanziarizzazione del sapere che si sta palesando nel mondo universitario.
Ciò in primo luogo nella misura in cui le nostre facoltà non sono territori dove acquisire conoscenze, dove costruirsi un futuro, bensì bacino a cui il mercato del lavoro attinge gratuitamente per alimentare  logiche di competizione e sfruttamento.
In secondo luogo vediamo ai vertici della reggenza universitaria quella classe dirigente che utilizza gli atenei a favore dei propri interessi e delle proprie tasche, così da favorire l’arricchimento di imprese, multinazionali, fondazioni (ad esempio la San Paolo) o addirittura istituzioni e partiti politici, attraverso la gestione delle risorse universitarie, primi fra tutti i contributi studenteschi! La funzione che ha avuto la costruzione del polo del design di Mirafiori, stabile acquistato come favore alla Fiat, è quindi un esempio lampante di quella connivenza costante tra università ed aziende.
Mentre gli studenti si ritrovano a lavorare gratuitamente alla preparazione di progetti, mettendo le loro capacità ed intelligenze al servizio delle grandi imprese, allo stesso tempo conosciuti baroni e volti eminenti del Politecnico e dell’Università di Torino non mancano mai tra gli organizzatori di costosi eventi-vetrina, quali sono stati in passato le Olimpiadi (Torino 2006), i festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia e ancora il prossimo TorinoEXPO.

Sembra quasi normale amministrazione che puntualmente la vita universitaria si fermi, con sospensione di esami e lezioni, per accogliere quei soggetti, che sono i diretti responsabili delle decisioni economiche e gestionali che si riflettono su ogni ambito della nostra vita:  l’università è sempre meno accessibile con le già esorbitanti tasse da pagare (prossime a crescere con il nuovo modello ISEE), la disoccupazione giovanile raggiunge oramai cifre elevatissime a Torino più che altrove, l’approccio al mondo del lavoro si riduce di fatto ad una scelta tra stage e tirocini non pagati da una parte e contratti a termine dall’altra, che rendono le nostre vite precarietà legalizzata.
Questa precarietà vissuta da noi studenti colpisce anche fasce di popolazione sempre più ampie (ormai quasi la totalità delle nostre famiglie subisce gli effetti della crisi!) attraverso decreti quali: legge di stabilità (che in particolare in Piemonte ha portato a un piano sanitario regionale che comporta la chiusura di numerosi ospedali pubblici, di cui cinque solo a Torino!), Jobs Act, decreto Lupi sulla casa e non per ultimo Sblocca Italia.

Proprio Matteo Renzi è il primo e più diretto responsabile dell’approvazione di queste misure. Per tutti questi motivi non possiamo permettere che la visita di Renzi al Politecnico di Torino rimanga un brindisi tra potenti. Cogliamo invece l’occasione per ricordargli che non è il benvenuto, facciamogli sentire il peso e il fallimento delle sue scelte, portiamo davanti alle porte di un ateneo chiuso e svuotato il nostro protagonismo e la nostra rabbia!