La vicenda della durissima repressione subita il 26 settembre scorso dagli studenti della Escuela
Normal Rural di Ayotzinapa (nello stato del Guerrero) e della scomparsa di 43
di loro, ha scatenato in tutto il Messico un’ondata di mobilitazione e rabbia
che a quasi due mesi di distanza non accenna a placarsi.
I fatti di Iguala non vanno però
purtroppo letti nei termini dell’eccezionalità, ma hanno anzi messo a nudo
la violenza di un sistema in cui la collusione
tra criminalità organizzata, polizia e istituzioni politiche non si fa scrupoli
a reprimere con brutale violenza qualsiasi forma di protesta o insorgenza.
Lo confermano una volta di più i
fatti avvenuti lo scorso sabato all’Universidad
Nacional Autonoma de México (UNAM),
Finora, a nulla sono
valsi i goffi tentativi del governo messicano di ripulirsi la coscienza (e
l’immagine sul piano internazionale) rispetto ai fatti di Iguala, cercando di mettere
la parola fine a una vicenda che è ancora ben lontana dalla richiesta di verità
e giustizia che si leva dalle piazze. È il caso, ad esempio, della conferenza
stampa tenuta una decina di giorni fa dal Procuratore generale della Repubblica, il quale aveva dichiarato di aver raccolto le dichiarazioni di 3 narcos del cartello Guerreros Unidos che avrebbero confessato di
aver giustiziato il gruppo di studenti scomparsi e
di aver poi fatto sparire i corpi. All’evidente tentativo di archiviazione del
caso e della sua derubricazione a violenza dei cartelli della droga da parte
delle istituzioni, i familiari e i compagni dei desaparecidos hanno risposto con uno slogan che indica una responsabilità
politica molto chiara - “Fue el Estado” (“E’ colpa dello Stato”) – rivendicando
al contempo di riavere indietro vivi i 43 studenti.
Dei fatti di Iguala, della
mobilitazione che ne è seguita e del quadro politico in Messico abbiamo
discusso con Roberta, Alessandro e Caterina, tre compagni del collettivo
Messico-Italia nato per diffondere informazioni su quanto sta accadendo dopo la
scomparsa dei 43 normalistas.
Qui l’audio della corrispondenza:
Nei giorni scorsi dalla Escuela
Normal di Ayotzinapa sono partite tre carovane verso il Nord, il Sud e il Centro del paese,
che arriveranno a Città del Messico il 20 di Novembre, giornata di solidarietà
internazionale con Ayotzinapa.
Ci uniamo all’appello di
mobilitazione internazionale per quella giornata, invitando inoltre a diffondere
informazioni su quanto sta accadendo in Messico in queste settimane.
¡Vivos se los llevaron vivos los
queremos!
#FueElEstado #AyotzinapaSomosTodos
Per seguire le attività del
collettivo Messico-Italia e rimanere informati sulla situazione rimandiamo alla
pagina facebook Solidaria Quarantatre.
Qui il loro comunicato sui fatti di Iguala e l'appello alla solidarietà internazionale.
Qui il loro comunicato sui fatti di Iguala e l'appello alla solidarietà internazionale.
Per sostenere le
famiglie degli studenti di Ayotzinapa e appoggiarle dal punto di vista
economico è stato creato un conto corrente apposito: BBVABancomer numero 2871742051 (a nome di Cristina Bautista
Salvador).