Oggi, 27 Novembre 2014, come universitari e
universitarie che studiano e vivono l'Università di Torino abbiamo deciso di
riprenderci la libertà di esprimere e comunicare attraverso le mura di Palazzo
Nuovo.
Da un po' di mesi a questa parte vige il divieto di
affissione di manifesti, eventi e iniziative
importanti; tutto ciò rende il Palazzo ancora più grigio, sempre più simile ad
una filiale di un’azienda.
Non è possibile che noi, che tutti i giorni passiamo
la maggior parte del nostro tempo in Università, che paghiamo tasse
esorbitanti, che non abbiamo neanche spazi per mangiare un panino e che non
sappiamo dove sostare tra una lezione e l'altra, veniamo privati anche della
possibilità di organizzarci, di passare parola ad esempio attraverso
l'affissione, che è un fondamentale mezzo di comunicazione, da sempre, in tutti
i luoghi del sapere, in tutti i luoghi attraversati da persone. Questa è
volontà ben precisa di mettere a tacere ogni forma di cooperazione e di
espressione degli studenti.
In questa imposizione insensata abbiamo individuato
immediatamente le responsabilità del Rettore: Ajani. Proprio lui, che autorizza
l'intervento della polizia in Università, che approva che le forze dell'ordine
invadano periodicamente l'atrio a difesa del solito manipolo di fascistelli del
Fuan (tra le cui fila hanno sempre militato coloro che hanno contribuito e
contribuiscono allo smantellamento dell'Università). Solo qualche settimana fa
lo scenario si è ripetuto, ma come sempre gli studenti e le studentesse hanno
ribadito che l'Università è antifascista, cacciando fascisti e polizia fuori da
Palazzo Nuovo. Non è possibile che un
Rettore si incarichi da un lato di appoggiare periodicamente messaggi fascisti
e razzisti in nome della libertà di espressione e dall’altro neghi a tutti gli studenti e le studentesse di vivere e far
parlare l'Università.
Per tutti questi motivi abbiamo deciso di portare la
nostra contrarietà a questo divieto anche in Rettorato, attacchinando dentro l'
ufficio di “sua maestà” Ajani, sui muri della sua reggia, tra drappi e legni
pregiati. Ajani, che era presente, ha cercato di declinare le responsabilità
che gli competono, ma sappiamo benissimo che la sua volontà di continuare a costruire
un'Università asettica, che non prende in considerazione le necessità e i
bisogni dei suoi studenti è evidente.
L'Università è degli studenti e Ajani di passi
falsi, a favore di pochi ma a discapito di tutti, ne sta facendo tanti...per
questo è importante ribadire che l'Università è di chi la vive!