mercoledì 26 novembre 2014

Contro il divieto di affissione...libertà di espressione!


Oggi, 27 Novembre 2014, come universitari e universitarie che studiano e vivono l'Università di Torino abbiamo deciso di riprenderci la libertà di esprimere e comunicare attraverso le mura di Palazzo Nuovo.
Da un po' di mesi a questa parte vige il divieto di affissione di  manifesti, eventi e iniziative importanti; tutto ciò rende il Palazzo ancora più grigio, sempre più simile ad una filiale di un’azienda. 

Non è possibile che noi, che tutti i giorni passiamo la maggior parte del nostro tempo in Università, che paghiamo tasse esorbitanti, che non abbiamo neanche spazi per mangiare un panino e che non sappiamo dove sostare tra una lezione e l'altra, veniamo privati anche della possibilità di organizzarci, di passare parola ad esempio attraverso l'affissione, che è un fondamentale mezzo di comunicazione, da sempre, in tutti i luoghi del sapere, in tutti i luoghi attraversati da persone. Questa è volontà ben precisa di mettere a tacere ogni forma di cooperazione e di espressione degli studenti.

In questa imposizione insensata abbiamo individuato immediatamente le responsabilità del Rettore: Ajani. Proprio lui, che autorizza l'intervento della polizia in Università, che approva che le forze dell'ordine invadano periodicamente l'atrio a difesa del solito manipolo di fascistelli del Fuan (tra le cui fila hanno sempre militato coloro che hanno contribuito e contribuiscono allo smantellamento dell'Università). Solo qualche settimana fa lo scenario si è ripetuto, ma come sempre gli studenti e le studentesse hanno ribadito che l'Università è antifascista, cacciando fascisti e polizia fuori da Palazzo Nuovo.  Non è possibile che un Rettore si incarichi da un lato di appoggiare periodicamente messaggi fascisti e razzisti in nome della libertà di espressione e dall’altro neghi a tutti  gli studenti e le studentesse di vivere e far parlare l'Università.

Per tutti questi motivi abbiamo deciso di portare la nostra contrarietà a questo divieto anche in Rettorato, attacchinando dentro l' ufficio di “sua maestà” Ajani, sui muri della sua reggia, tra drappi e legni pregiati. Ajani, che era presente, ha cercato di declinare le responsabilità che gli competono, ma sappiamo benissimo che la sua volontà di continuare a costruire un'Università asettica, che non prende in considerazione le necessità e i bisogni dei suoi studenti è evidente.

L'Università è degli studenti e Ajani di passi falsi, a favore di pochi ma a discapito di tutti, ne sta facendo tanti...per questo è importante ribadire che l'Università è di chi la vive!