giovedì 11 settembre 2014

Quei “bravi ragazzi” del FUAN: da sempre con il potere a vendere balle agli studenti!

Settembre, andiamo, è tempo di ricominciare ed è con una triste, ma divertita, nota di amarezza che rispondiamo alla campagna di inizio anno accademico di quei “bravi ragazzi” del FUAN . Ogni settembre suona più o meno così e con l’avvicinarsi dell’inverno il FUAN torna a cercare visibilità. Quest’anno tirano in ballo l’EDISU – ente per il diritto allo studio – e il cambio politico al governo: Cota non c’è più ed è tornata la sinistra dei salotti bene per la quale l’“Antifascismo” è solo una aulica parola con la quale pulirsi la bocca dalla Sala Rossa di piazza castello o dal palazzo della Regione. Il motivo di tanto stridor di denti è la presa di posizione del FUAN contro la riforma dei componenti dell’EDISU: 3 saranno nominati dall’ente, 1 dall’università e uno sarà uno studente eletto con elezioni universitarie. 

Questa scenetta ci pare molto toccante, si macchiano però di una colpa: ci stanno dicendo una grande bugia, perché il FUAN non è nient’altro che la sezione universitaria di Fratelli d’Italia (ma pur sempre fascisti sono!) ex AN – che con il loro operato politico, con il loro supporto ed i loro voti, hanno contribuito a costruire l’odierna situazione universitaria: la ministra Gelmini faceva capo alla loro coalizione, di questa situazione universitaria – e non solo – sono complici, ma si sa che ogni settembre è tempo di riprovarci a tornare allo scoperto ed ogni notizia, od onda mediatica è buona da cavalcare per gente come il FUAN.

Nella loro ultima demagogica impresa di questo nuovo anno universitario, hanno tacciato il nostro Collettivo di essere amico e complice della giunta Chiamparino. Ora, che siano dei perfetti idioti lo sappiamo e non ci stupiamo più di tanto, ma in tutti questi anni pensavamo avessero almeno capito da che parte stiamo.
Forse, ingenui noi, hanno solo deciso di ritornare nelle piazze, insieme alla gente comune, perché nella politica dei salotti e delle belle sale i due esponenti in quota FUAN – FdI, Maurizio Marrone e Augusta Montaruli, non hanno fatto granché. Anzi, come pecoroni hanno imparato le buone abitudini dell’uso dei soldi pubblici a scopo personale e oggi abbiamo la Montaruli indagata per peculato con una cifra da 41000 euro, lei che faceva le pulci in senato accademico e puntava il ditino ai ragazzi dei collettivi. Meglio tornare per strada tra la gente comune, almeno non si è tentati di fare come tutti quelli che urlano al cambiamento con la pancia satolla e con nessuna intenzione di muoversi da quella situazione agiata.

Ciò detto verrebbe quindi da chiedersi: esattamente i “bravi ragazzi” del Fuan dov’erano quando la Regione operava i numerosi tagli alle borse di studio? Ve lo diciamo noi, non c’erano.
In merito all’università in questi anni il FUAN non si è mai mosso – se non per volantinare a Palazzo Nuovo con l’ausilio delle forze dell’ordine (vedi foto...), prontamente cacciato dagli studenti, essendo la nostra Università da sempre orgogliosamente antifascista: il Dott. Trabucco, ex presidente EDISU era nelle loro quote e dalla loro parte politica e, chiediamoci scioccamente, cosa avrà mai fatto? Ha attuato delle misure più restrittive per accedere ai fondi regionali per il diritto allo studio e messo in vendita ai privati le residenze universitarie (ricordate la Verdi15?), per riempire le vuote casse dell’ente e per veicolare meno fondi agli studenti bisognosi distribuendoli attraverso un criterio di puro “merito” senza tenere minimamente conto del reddito. Chi ha la famiglia che lo può mantenere e affrontare le spese universitarie, prendendo buoni voti, viene anche premiato per il suo operato, senza tener conto di tutti quelli che avrebbero le possibilità senza la disponibilità economica per poterle attualizzare: un’università per pochi che premia quelli che possono permettersela senza aiuti da parte dell’ormai inesistente welfare.

Ci chiediamo dunque cosa voglia il FUAN se non, oltre ad ottenere visibilità mediatica, provocare quelle persone che senza il diritto allo studio non potrebbero accedere al diritto all’università, senza scordare i borsisti che, dimenticati da tutti, potrebbero essere la prossima carta mediatica che i Nostri si giocheranno per apparire sui quotidiani prezzolati dei pennivendoli di regime.
Lasciamo dunque cadere questa provocazione di bassa lega nel vuoto. E finché i neofascisti del FUAN avranno voce per strillare, noi di fiato ne avremo sicuramente molto di più sia per rispedire ai mittenti le loro vergognose idee di regime, sia per non lasciare impuniti i loro amichetti di partito.


COLLETTIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO