Settembre, andiamo, è tempo di ricominciare ed è con
una triste, ma divertita, nota di amarezza che rispondiamo alla campagna di
inizio anno accademico di quei “bravi ragazzi” del FUAN . Ogni settembre suona
più o meno così e con l’avvicinarsi dell’inverno il FUAN torna a cercare
visibilità. Quest’anno tirano in ballo l’EDISU – ente per il diritto allo
studio – e il cambio politico al governo: Cota non c’è più ed è tornata la
sinistra dei salotti bene per la quale l’“Antifascismo” è solo una aulica
parola con la quale pulirsi la bocca dalla Sala Rossa di piazza castello o dal
palazzo della Regione. Il motivo di tanto stridor di denti è la presa di
posizione del FUAN contro la riforma dei componenti dell’EDISU: 3 saranno
nominati dall’ente, 1 dall’università e uno sarà uno studente eletto con
elezioni universitarie.
Questa scenetta ci pare molto toccante, si macchiano
però di una colpa: ci stanno dicendo una grande bugia, perché il FUAN non è
nient’altro che la sezione universitaria di Fratelli d’Italia (ma pur sempre
fascisti sono!) ex AN – che con il loro operato politico, con il loro supporto
ed i loro voti, hanno contribuito a costruire l’odierna situazione
universitaria: la ministra Gelmini faceva capo alla loro coalizione, di questa
situazione universitaria – e non solo – sono complici, ma si sa che ogni
settembre è tempo di riprovarci a tornare allo scoperto ed ogni notizia, od
onda mediatica è buona da cavalcare per gente come il FUAN.
Forse, ingenui noi, hanno solo deciso di ritornare
nelle piazze, insieme alla gente comune, perché nella politica dei salotti e
delle belle sale i due esponenti in quota FUAN – FdI, Maurizio Marrone e
Augusta Montaruli, non hanno fatto granché. Anzi, come pecoroni hanno imparato
le buone abitudini dell’uso dei soldi pubblici a scopo personale e oggi abbiamo
la Montaruli indagata per peculato con una cifra da 41000 euro, lei che faceva
le pulci in senato accademico e puntava il ditino ai ragazzi dei collettivi.
Meglio tornare per strada tra la gente comune, almeno non si è tentati di fare
come tutti quelli che urlano al cambiamento con la pancia satolla e con nessuna
intenzione di muoversi da quella situazione agiata.
Ciò detto verrebbe quindi da chiedersi: esattamente
i “bravi ragazzi” del Fuan dov’erano quando la Regione operava i numerosi tagli
alle borse di studio? Ve lo diciamo noi, non c’erano.
In merito all’università in questi anni il FUAN non
si è mai mosso – se non per volantinare a Palazzo Nuovo con l’ausilio delle
forze dell’ordine (vedi foto...), prontamente cacciato dagli studenti, essendo la nostra
Università da sempre orgogliosamente antifascista: il Dott. Trabucco, ex
presidente EDISU era nelle loro quote e dalla loro parte politica e,
chiediamoci scioccamente, cosa avrà mai fatto? Ha attuato delle misure più
restrittive per accedere ai fondi regionali per il diritto allo studio e messo
in vendita ai privati le residenze universitarie (ricordate la Verdi15?), per
riempire le vuote casse dell’ente e per veicolare meno fondi agli studenti
bisognosi distribuendoli attraverso un criterio di puro “merito” senza tenere
minimamente conto del reddito. Chi ha la famiglia che lo può mantenere e
affrontare le spese universitarie, prendendo buoni voti, viene anche premiato
per il suo operato, senza tener conto di tutti quelli che avrebbero le
possibilità senza la disponibilità economica per poterle attualizzare:
un’università per pochi che premia quelli che possono permettersela senza aiuti
da parte dell’ormai inesistente welfare.
Ci chiediamo dunque cosa voglia il FUAN se non,
oltre ad ottenere visibilità mediatica, provocare quelle persone che senza il
diritto allo studio non potrebbero accedere al diritto all’università, senza
scordare i borsisti che, dimenticati da tutti, potrebbero essere la prossima
carta mediatica che i Nostri si giocheranno per apparire sui quotidiani prezzolati
dei pennivendoli di regime.
Lasciamo dunque cadere questa provocazione di bassa
lega nel vuoto. E finché i neofascisti del FUAN avranno voce per strillare, noi
di fiato ne avremo sicuramente molto di più sia per rispedire ai mittenti le
loro vergognose idee di regime, sia per non lasciare impuniti i loro amichetti
di partito.
COLLETTIVO
UNIVERSITARIO AUTONOMO